Migliorare il posizionamento Google (senza essere un esperto SEO)
Migliorare il posizionamento Google (senza essere un esperto SEO)
Scopri cosa puoi fare tu stesso per aumentare la visibilità su Google
Aggiornato il 17 Febbraio 2023
Spesso mi capita di dover dare consigli su come fare ad aumentare la visibilità su Google del proprio sito web ad amici o clienti.
Ho cercato di raccogliere in questo articolo le ottimizzazioni SEO che con un po’ di buon senso e qualche dritta tutti possono mettere in pratica e contribuire così a migliorare il posizionamento del proprio sito.
NOTA: Il posizionamento su Google è un affare complesso, che non voglio banalizzare. Detto ciò, anche chi non è un professionista SEO, con un po’ di consapevolezza, potrà dare un contributo importante. Daje!
Come migliorare il posizionamento su Google step by step:
1. Non pensare a Google (e trova la parola chiave)
Quando ti metti in testa l’obiettivo di essere primo su Google la tua priorità è: non pensare a Google.
Google pensa a piacere ai suoi utenti, per averne sempre di più e vendere più pubblicità (ahò, non ti scandalizzare: mica è una onlus). E quindi anche tu: pensa a piacere agli utenti di Google, che sono anche i tuoi.
La domanda che ti devi fare è: che cosa potrebbe cercare su Google un mio potenziale cliente / lettore per arrivare su questa pagina e rimanere soddisfatto? In che modo potrebbe formulare la domanda?
Questa è la strada che ti porterà ad individuare la giusta parola chiave, intorno alla quale fare l’ottimizzazione della tua pagina. La userai come un faro, che ti guiderà nel mare oscuro del disordine mentale fino al porto sicuro della chiarezza di idee.
Ti sarà quindi utile capire se la chiave di ricerca che hai individuato è effettivamente usata sul web da utenti reali: un tool come Seozoom ti darà la possibilità - anche senza bisogno di avere un account a pagamento - di cercare la parola chiave e farti un’idea del suo volume di ricerca mensile.
2. L’intento di ricerca: ovvero non fossilizzarti sulla parola chiave
La parola chiave è un riferimento, mica più il Sacro Graal come un tempo: cerca di spingerti oltre. Cerca di capire cosa c’è dietro quella ricerca, lascia la briglia sciolta alle tue sinapsi.
Se cerco "pizza margherita" su Google, cosa voglio sapere veramente?
la storia della pizza margherita
come fare la pizza margherita
dove mangiare una buona pizza margherita
i valori nutrizionali della pizza margherita
come fare la pizza margherita col Bimby
Che tipo di contenuto mi aspetto di trovare? Un'immagine? Un video? Una guida scritta?
La pagina dei risultati di ricerca di Google (SERP) ci aiuta:
con i risultati che presenta in pagina, che di solito sono un mix di vari tipi di contenuto
con i suggerimenti di ricerca, che compaiono mentre digitiamo una ricerca
Soffermati sulla SERP e guarda con attenzione chi si posiziona per la parole chiave che ti interessa. Leggi titoli e descrizioni: che intento di ricerca soddisfano questi articoli?
Trovo utile questa funzionalità di Seozoom (anche questa gratuita) che permette di vedere, cercando una keyword, l’andamento storico dei siti che si posizionano per essa:
Ci permette di vedere se negli ultimi mesi qualche pagina è salita nel posizionamento, per cercare di capire come mai Google l’ha premiata rispetto ad altre: cos’ha in più?
Dai una scorsa ai singoli articoli: riusciresti a dire qualcosa di diverso, con un taglio diverso, a rispondere ad una domanda che ancora non è pienamente soddisfatta? A scrivere un contenuto migliore, più completo, più efficace?
La pizza margherita nella lavastoviglie la sai cucinare solo tu: perfetto! Hai trovato la tua strada 👍🏻
4. Scrivi qualcosa di veramente speciale
Ora che hai il target, il contesto, conosci i tuoi competitor, sei pronto a dare sfogo al tuo estro creativo: scrivi come se non ci fosse un domani.
Cerca di produrre un testo davvero speciale, che i tuoi lettori adoreranno. Cerca di dire qualcosa che nessuno ha mai detto - o non ha mai detto bene, efficacemente, chiaramente, come te.
Scrivi per dare al web il contenuto che ancora gli manca.
Usa tutti gli strumenti che hai a disposizione per rendere il testo leggibile facilmente e con piacevolezza:
articola bene il tuo pensiero, dividendolo in paragrafi e sottoparagrafi
non commettere errori grammaticali e refusi
usa la punteggiatura
usa i grassetti
usa gli elenchi puntati o numerati
dai spazio al testo: manda a capo quando è il caso
usa immagini quando sono utili e completano il discorso
integra video se puoi
5. URL SEO friendly e ben strutturate
Cos’è l’URL? In parole povere, è l’indirizzo del tuo contenuto sul web, visibile nella barra degli indirizzi del browser.
Un URL pensato per la SEO dovrebbe:
essere "friendly" ovvero non essere una stringa avulsa di numeri, lettere, parole inglesi e punti interrogativi. Se il tuo sito si presenta così hai un problema: contatta uno sviluppatore
non contenere lettere maiuscole, lettere accentate o caratteri speciali (tra cui il trattino basso _ ). Insomma: falla semplice. E prediligi il trattino alto -
rispecchiare in modo logico la struttura del sito: se il sito contiene un blog con la categoria "ricette con il bimby", la struttura di un articolo contenuto lì dovrebbe essere: www.nomesito.it/blog/ricette-con-il-bimby/pizza-margherita
non essere troppo lunghe: si consiglia di stare al di sotto del 115 caratteri, ma non è un dogma. Fatti guidare dal buonsenso
contenere la parola chiave per cui stai ottimizzando il tuo contenuto (o sinonimi)
6. Title conciso e sincero
Il title o metatitle è il titolo che Google assegna al tuo contenuto quando lo presenta come risultato di ricerca. Si tratta di un testo molto importante, perché viene considerato un fattore di posizionamento (ovvero uno dei parametri che Google considera quando decide che posizione assegnare).
Non è il titolo dell’articolo: si tratta di un testo non visibile in pagina.
Tutti i gestori di siti più comuni prevedono un campo dove inserire il title, in fase di scrittura dell’articolo.
Un metatitle ottimizzato per la SEO dovrebbe:
essere sempre compilato
essere unico per ogni pagina
descrivere il contenuto della pagina con chiarezza e sincerità: se poi uno non trova quello che gli viene promesso, ci rimane male - e Google lo sa
non essere più lungo di 50/60 caratteri spazi inclusi, per non essere troncato e sprecare così l’opportunità di esprimere un concetto compiuto. Anche se ormai si tratta più di pixel che di caratteri, legati alla risoluzione del dispositivo con cui si consulta Google, darsi un riferimento in questo senso può essere comunque utile
contenere la parola chiave di riferimento
comprendere il nome del tuo brand (non sprecare questa opportunità per farti conoscere attraverso i tuoi contenuti di qualità)
7. Description invitante e completa
Nella pagina dei risultati di ricerca, la description o metadescription compare sotto il title.
È la sola possibilità che hai per dare qualche informazione in più al tuo utente e convincerlo a cliccare.
Come il title, anche questo contenuto non è visibile all’utente che guarda la pagina: è un testo "nascosto", pensato con questo preciso scopo. Nei principali CMS (Wordpress, Joolma, Prestashop...) lo spazio per compilarlo compare di solito dopo quello riservato al title.
Una metadescription ben fatta dovrebbe:
essere sempre compilata
essere unica per ogni pagina
fornire informazioni aggiuntive: stuzzica il tuo lettore facendogli intuire in paese delle meraviglie approderà se clicca - ma sii onesto, Google ti vede 👁
contenere un invito all’azione: invoglia l’utente a cliccare, leggere, scoprire, imparare, conoscere i segreti...
non essere più lungo di 130/150 caratteri, per non essere brutalmente troncato da Google
8. Immagini leggere e ottimizzate
Le immagini sono importanti. Hai mai sentito l’espressione "un’immagine vale più di mille parole"? Ecco.
Le tue immagini devono essere contestuali, ovvero fornire info aggiuntive, originali, professionali. Soprattutto se sono immagini di prodotto.
Ma non dimenticare di caricare immagini ottimizzate:
compila il campo "alt": cercalo, trovalo e scrivici informazioni riferite al tuo articolo e all’immagine in particolare. È un campo pensato per l’accessibilità, ovvero per fornire un contenuto testuale alternativo agli ipovedenti, che leggono lo schermo attraverso appositi strumenti (screen reader): non snaturarlo anche se lo usi a scopi SEO
rinomina i file immagine: è vero che Google è sempre più intelligente ma questo non vuol dire che non abbia bisogno di aiuto. Se carichiamo l’immagine di una pizza fatta col Bimby, chiamiamola: pizza-fatta-col-bimby.jpg
le dimensioni contano: mica è una novità. In questo caso però è meglio tenersi leggeri. La leggenda dice di cercare di stare sotto i 100 KB: non prendiamolo come un dogma ma come uno stimolo per alleggerire il più possibile
Usa intestazioni h1 e h2
Articola il tuo contenuto: l’intestazione (h1 è il codice con cui viene taggata) è di solito il titolo dell’articolo (o il nome prodotto): non ti devi preoccupare tu di inserirlo. L’h1 concorre come il title al posizionamento della pagina: dovrebbe contenere la parola chiave principale.
Preoccupati di inserire le intestazioni secondarie, quelle che organizzano il tuo contenuto in paragrafi e sottoparagrafi: cerca nello strumento di scrittura del tuo sito, troverai il modo di assegnare queste intestazioni.
Per ogni pagina l’h1 dovrebbe essere unico, sotto un h1 possono stare molti h2. Sotto gli h2 possono trovare posto molti h3, secondo questa struttura ideale:
h1
h2
h3
h3
h3
h2
h3
h3
h3
Si arriva fino agli h6, ma non te ne preoccupare: h1 e h2 nella maggior parte dei casi ti saranno più che sufficienti.
Spero di averti dato qualche spunto utile per ottimizzare le tue pagine - anche se non sei un SEO: c’è qualcosa che non ho spiegato bene? Chiedimi pure chiarimenti, i commenti servono a questo!
ELISABETTA BARONE
Consulente SEO & Project Manager con un passato da freelance. Laureata in Lettere con Master in Comunicazione, ho una solida esperienza in ambito digital. Nei progetti di Inbound Marketing sfrutto le potenzialità della ricerca organica per aiutare i clienti a intercettare nuovi contatti in target.